
"...Turgenev non perdeva occasione di presentarlo come un ingegnere o, se non altro, come un ex ingegnere, sottolineando l’evidente inconsistenza della partecipazione di Dostoevskij al mondo letterario, del quale lui, Turgenev, era illegittimo sovrano e Dostoevskij solo un personaggio improvvisato, un parvenu".
L. Cypkin, Estate a Baden-Baden, tr. M. Crepax, Mi, 2021
Quando, agli inizi del 2000, in una cesta di vecchi tascabili, a Charing Cross Road, a Londra, Susan Sontag scopre il libro di Leonid Cypkin, 'Summer in Baden-Baden'", uscito quasi vent'anni prima, non esita a farlo ripubblicare e a firmarne l'introduzione ("Loving Dostoyewsky", 2001, tr. in italiano di P. Dilonardo).
Figlio di due medici, un ortopedico e una pneumatologa, ebrei russi che hanno conosciuto la violenza del potere staliniano, nato a Minsk nel 1926, Leonid Cypkin è stato a sua volta medico e scrittore.
Vissuto prevalentemente a Mosca, dopo aver chiesto un visto di per gli Stati Uniti che gli è stato rifiutato, nel 1979, è morto d'infarto nel 1982.
Solo qualche giorno prima era stata pubblicata sul settimanale per gli emigrati russi di New York, 'Novaja Gazeta', la prima puntata del suo 'Estate a Baden-Baden'.
Il libro racconta del viaggio a Leningrado, da Mosca, in dicembre, di un anonimo, appassionato, lettore.
Nel paesaggio inquietante dell'Unione sovietica degli anni settanta, i suoi pensieri, la sua passione per la letteratura, si intrecciano con la lettura del diario di Anna Grigor'evna Snitkina, seconda moglie di Dostoevskij, un diario scritto nel 1867, e pubblicato postumo nel 1925, e più di tutto con le vicende legate al casinò di Baden-Baden, il posto dove l'ammirato autore de 'L'idiota', de 'Le memorie del sottosuolo' e di altri scritti considerati fondamentali dal viaggiatore, ha perso tutto al banco da gioco.
E così, alla passione da filologa di Anna, fra i più esperti collezionisti di francobolli della sua epoca, eccellente stenografa, moglie di Dostoevskij, all'interesse da storico che nutre il medico, il lettore e narratore Cypkin, fa da sfondo la cura di Sontag nella riscoperta di un vecchio testo dimenticato, un documento che testimonia quanta pazienza sia continuamente necessaria a chi sceglie di dedicarsi alla scrittura, ai resoconti dell'immaginazione.
Scrive Sontag: "Ma l’esperienza più intensa che Cypkin descrive...(è) l’amore sempre indulgente ma sempre dignitoso di Anna per Fedja (che) rima con quello che Cypkin, il discepolo della letteratura nutre per Dostoevskij".
Se non lo stesso amore, la stessa pazienza esercitata, probabilmente, dall'autore de 'L'idiota' quando il collega Turgenev, nei circoli letterari lo presentava, prima di ogni altra cosa, come un ingegnere, o "se non altro, come un ex-ingegnere".
al link, qui, 'L'idiota' diF. Dostoevskij in edizione integrale, nella traduzione di F. Verdinois, con una breve bibliografia e una cronologia di vita e opere dell'autore.
nella foto, copertina de L'idiota di Dostoevskij in giapponese.
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