"Poche cose esistono per me in quest'alba faticosa e bianca di un giorno d'agosto in cui siedo sulla terra, sulla ghiaia di un vialetto di Boboli, come nei sogni, in camicia da notte. Dallo stomaco alla testa mi strizzo in lacrime, non posso farne a meno, in coscienza, e ho il capo sulle ginocchia. Sotto di me, fra i sassolini, i miei piedi nudi e grigi; sopra di me, come le onde su un affogato, il viavai smorto della gente che sale e scende l'erta da cui vengo e che non può curarsi di una donna accoccolata in singhiozzi. Gente che alle quattro del mattino si spinge come gregge spaurito a mirare lo sfacelo della patria, a confrontare colla vista i terrori di una nottata che le mine tedesche impiegarono, una dopo l'altra, a sconvolgere la crosta della terra. Senza rendermene conto, piango per quello che ciascuno di loro vedrà dal Belvedere, e i miei singhiozzi seguitano a bollire, irragionati, balenandoci, pazze festuche, il ponte Santa Trinita, torrioni dorati, una tazzina a fiori in cui bevevo da piccola. E di nuovo, mentre mi fermo un istante e raccapezzo, nel mio vuoto, che dovrò pure alzarmi, quel suono 'non piangere', mi tocca in fretta come un'onda che s'allontana. Alzo finalmente la testa che è già una memoria, e in questa forma gli presto orecchio. Taccio, attonita, nella scoperta della perdita più dolorosa.
Sotto le macerie di casa mia ho perduto Artemisia, la mia compagna di tre secoli fa, che respirava adagio, coricata da me su cento pagine di scritto".
Dopo aver perso le 'cento pagine di scritto', la biografia di Artemisia Gentileschi, sotto i bombardamenti, Anna Banti cerca di ricostruire il materiale perduto, e nel dialogo che allestisce mettendo mano al testo, la scrittrice prova anche a rimettere in piedi se stessa.
La letteratura, la storia dell'arte, non come passatempo, impiego lavorativo, modalità per far quadrare il bilancio, ma come cura, lavoro laico, compito e impegno quotidiano e politico.
'Artemisia', il libro di Anna Banti, è uscito nel 1947.
Nata a Firenze nel 1895, A. B. (Lucia Longhi Lopresti) è morta a Massa nel 1985.
Nata a Roma, nel 1593, Artemisia Gentileschi è morta a Napoli, durante la peste del 1656.
nella foto, 'Autoritratto come allegoria della Pittura', un' opera di A. Gentileschi del 1638(39).
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