Vanità di Tansley. Quel che ne pensa Auerbach
- scarparoangela
- 8 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 19 nov 2024

"Guardò l’ospite. Era un così meschino campione, dicevano le ragazze, tutto bozze e infossature. Non sapeva giocare a cricket; aveva maniere impacciate e subdole. Era un bestione maligno, a detta di Andrew.
Si sapeva bene che cosa gli piaceva: andar continuamente su e giù, su e giù col signor Ramsay, e dire chi aveva ottenuto questo o quest’altro, chi era 'un erudito di prim’ordine' in poesia latina, chi era 'intelligente, ma, credo, fondamentalmente corrotto', chi era di certo 'il più emerito professore in Balliol', chi aveva temporaneamente sepolto i propri lumi a Bristol o a Bedford; ma avrebbe fatto parlar di sé in seguito, quando fossero apparsi per le stampe certi 'Prolegomeni' (di cui il signor Tansley aveva le bozze delle prime pagine con sé, in caso il signor Ramsay gradisse vederle) a un qualche trattato di matematica o di filosofia. Ecco di che parlavano quei due"
V.W., To the Lighthouse, 1927 (Gita al faro, Milano, 1934, tr. G. Celenza)
"Cominciamo da una tendenza molto spiccata nel testo di Virginia Woolf. Essa si attiene a fatti piccoli, insignificanti, casuali: il prendere la misura del calzerotto, un frammento di dialogo con la cameriera, una telefonata. Non si verificano cambiamenti grandi, svolte della vita esteriore o addirittura catastrofi, e anche nel resto di 'To the Lighthouse' a tali cose si accenna solo frettolosamente, senza preparazione e collegamento, occasionalmente e, per così dire, a titolo informativo. La stessa tendenza si trova in altri autori molto diversi tra loro, per esempio in Proust o Hamsun ",
E. A. Mimesis: Dargestellte Wirklichkeit in der abendländischen Literatur (Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Torino, 1956. tr. A.Romagnoli, H. Hinterhäuser)
V.W. (Londra, 1882 - Rodmell, 1941)
E.A. (Berlino, 1892 - Wallingford, 1957)
al link, Gita al faro di Virginia Woolf in traduzione integrale
nella foto, Kenneth Branagh, che è stato Charles Tansley nel film di Colin Gregg, del 1983
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