In questa ultima parte di dialogo la scrittrice accenna ad alcune vicende, legate al suo lavoro in Italia, che in qualche modo la costrinsero a trasferirsi a Parigi.
" 'Lei è sempre stata molto letta. Ma negli anni passati, lo era nel modo giusto, a suo parere?'
Non in Italia. In Italia ero considerata una scrittrice 'per donne'. Sì, in Italia gli uomini si vergognavano a leggere una donna.
'Non si vergognavano però a scriverle, quando, fra il '53 e il '61 tenne su 'Epoca' una rubrica di 'lettere' che si intitolava - guarda caso - ' Dalla parte di lei', come il suo romanzo sulla moglie assassina'.
Sì, però a scrivere erano soprattutto uomini. Gli uomini sono più sicuri di sé, anche se a volte scrivevano certe lettere sgrammaticate.
'Anche in quelle risposte lei è stata un'anticipatrice. Una specie di miracolo. Oggi, il 'privato' è entrato nella cultura. Ma allora, la posta dei giornali era femminile e 'rosa'. Di solito erano le donne a scrivere ai giornali, non a caso femminili, parlando loro delle cosiddette 'piccole cose'. Lei, invece, queste 'piccole cose', le metteva sotto al microscopio, con molta serietà'.
Sì. uno mi scriveva, per esempio, 'io sono geloso'. Io non rispondevo mai 'alla persona'. Dicevo: 'prendiamo il sentimento della gelosia e analizziamolo'. Oppure si parlava di religione. E benché io sia atea, cercavo di mettere a fuoco una serie di dubbi che so esistere nella maggioranza della gente. Ma è vero: facevo sul serio. Era l'epoca in cui alle donne si diceva: 'dì tutto alla mamma', o ' vatti a comprare il cappellino'. Io di cappellini non parlavo. Una volta citai Voltaire e il Vaticano chiese la mia tesata.
'E smise per colpa del Vaticano?'
No, mi mandò via Biagi - allora era direttore di 'Epoca' sostituendosi a me in una rubrica in cui dava del tu a tutti. La sostituzione andò così. Biagi mi chiese di andare a intervistare la moglie di Nabokov, per chiederle che cosa pensava di suo marito, che aveva scritto 'Lolita'. Io dissi: 'Così la signora potrà chiedere a mio marito cosa pensa di me, che ho scritto 'Dalla parte di lei'. Ecco', aggiunsi, 'io sono una scrittrice, Nabokov è uno scrittore e se vuole che faccia un'intervista andrò a intervistare Nabokov'. 'Lei deve fare quel che dico io', rispose Biagi. E per dimostrare che nessuno mi leggeva, disse che a lui risultava che i miei lettori fossero solo il 35 per cento di quanti compravano 'Epoca'. 'Allora le cifre sono truccate' risposi 'perché non possono essere più del 20 per cento'. A farla breve dal numero successivo fui 'esentata', con una bella letterina, da quella rubrica. In seguito, per altri due anni, feci, sempre su 'Epoca', il 'Diario di una scrittrice'.
'Cosa pensa di questa 'rivoluzione del privato' che è esplosa, di questi tempi, non solo fra le donne,. ma anche fra i giovani? Pensi solo alle famose lettere a Lotta Continua...?'
È molto importante. Di rado i giovani hanno qualcuno con cui parlare. Loro sono cambiati, ma le famiglie no, sono tetragone. Eh, prima che cambino le famiglie.
'Pensa che il mondo stia andando a destra?'
Penso che faccia di tutto per andare a destra. E che forse stanno per arrivare anni tremendi. Ma le donne, i giovani, i popoli nuovi hanno imparato a leggere. E quando si è imparato a leggere, andare a destra è difficile, molto difficile' .
Bibliografia essenziale
Le opere di Alba de Céspedes, ampiamente tradotte nel mondo, sono state pubblicate da Arnoldo Mondadori a mano a mano che uscivano e ristampate a varie riprese in diverse collane ('Narratori italiani', 'Il bosco', 'Gli Oscar', 'Opere varie').
Tra i molti titoli:
'Nessuno torna indietro', 'Dalla parte di lei', 'Quaderno proibito', 'Il rimorso', 'La bambolona', 'Le ragazze di maggio' (poesie).
'Alba de Céspedes è morta il 18 dicembre 1997' ".
L. Lilli, 'Alba de Céspedes, Alba dei miracoli', sta in 'Passioni & parole', Mi 2001
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