La seconda parte di una intervista che, per modalità di linguaggio e per i concetti espressi, dice tanto. Non solo sul 1980, quando è stata realizzata, ma anche su di noi: come è cambiato il modo di guardare al 'conflitto', per esempio, all' 'uso delle armi', e non certo perché se ne faccia un uso più limitato oggi, o al 'femminismo'.
De Céspedes si esprime con toni ed espressioni non 'praticabili' oggi.
"'Prima era nel PCI?'
Sì. Mi ero iscritta nel '69, nel momento in cui tutti lo abbandonavano. Proprio per questo, perché io sto sempre per le cause perse, per i deboli.
'
È tornata a Cuba di recente?'
Sì, certo, ci vado continuamente., E dico a Fidel 'Fidel, ma come hai fatto a fare tutto questo in così poco tempo?' e lui: 'Con mucho amore', con tanto amore. Per questo intitolerò 'Con tanto amore' il libro che sto scrivendo sui rapporti fra me e Cuba. Uscirà fra un anno da Mondadori.
'Cosa pensa della questione dei dissidenti?'
Intanto non sono diecimila, ma poco più di quattromila. Parlo di quelli dell'ambasciata del Perù. Non hanno nemmeno torto. O meglio, non lo avrebbero avuto, perché poi si sono messi dalla parte del torto. Cuba era piena di gente che lavorava nel gioco d'azzardo e voleva continuare a farlo; secondo me Fidel è troppo buono, troppo buono...
'Veramente la situazione è drammatica. A questa gente hanno anche sparato...'
Ma chi è stato il primo a sparare? Loro. Avevano il permesso di andarsene. Ma da noi c'è un solo aereo per l'Europa, la prego di notare. Va da sé che un aereo, più di tanto non porta. Se uno vuol partire, deve mettersi in fila. E se a voler partire sono qualche migliaio, la fila sarà lunga. Dovevano aspettare. Invece no, volevano partire tutti insieme: sono entrati nell'ambasciata del Perù e hanno uccisa una guardia, un'altra l'hanno ferita. A questo punto sono colpevoli di omicidio. Sono stati loro a cambiare la situazione.
'Senta, dovremmo parlare un po' di 'Quaderno proibito', di questo suo femminismo ante litteram...'
Io non sono femminista. Ho già litigato con una giornalista della Rai-Tv per questo. Lei mi disse che per essere femminista bisogna dire 'cazzo' dieci volte al giorno. Io non sono d'accordo. La libertà è una cosa molto più dura di quattro parolacce. È una cosa faticosa, quotidiana, logorante....col turpiloquio non c'entra. Si può essere conformiste e riempirsi la bocca di parolacce.
'E tuttavia c'è un essere 'dalla parte delle donne' che, oltre a costituire il lievito di 'Quaderno proibito', corre per tutta la sua opera. Non a caso lei ha intitolato 'Dalla parte di lei', un romanzo del '49 in cui la protagonista finisce addirittura per uccidere il marito, un intellettuale antifascista che ha fatto la resistenza ma vuole 'la moglie a casa'. Oggi lo chiameremmo un maschilista di sinistra. Ecco, lei ha anticipato anche questo tema - il maschilismo di sinistra - divenuto scottante in questi anni. Quasi un miracolo.'
Per forza l'ha ucciso. Se quello non capiva. ... e lui, a suo modo, pensava di proteggere la moglie.
'Insomma, lei è dalla parte delle donne ma non vuole che lo si dica'.
Non è vero. vede, tempo fa andai a trovare mio marito, diplomatico a Mosca. L'ambasciatore di Turchia gli chiese: 'E lei lascia che sua moglie viva a Parigi?'. Lui rispose: 'Ma mia moglie permette a me di stare qui a Mosca'. Ecco che genere di compagni di vita mi sono scelta. Se proprio ci tiene tanto al femminismo, in questo senso sono femminista anch'io.
'La parola 'femminismo' non le piace. Ma non può rifiutarsi di ammettere che in tutti i suoi libri le donne siano al centro, che le loro ragioni siano indagate con occhio nuovo, partecipe... si direbbe, quasi, con amore...'.
Amore, non so. Certo io sono per tutti gli oppressi, e le donne lo sono state per secoli; in parte lo sono ancora. Io ne faccio una questione di razza: per me le donne sono una razza oppressa, e in questo senso sono tutta dalla loro parte.
(continua)
L. Lilli, 'Alba de Céspedes, Alba dei miracoli', sta in Passioni & parole, Mi 2001
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