Un dialogo estremamente interessante perché la figura di donna che ne emerge è completamente diversa da quella in qualche modo diffusa in occasione della recente riedizione, qui da noi, delle sue opere, la moderata, compassata, riservata, signora borghese.
"Parigi, maggio 1980
Primo piano, prima porta. Suono il campanello. Silenzio. Poi, una voce femminile domanda chi è. Dico chi sono. 'Ah, sì, è vero; lei doveva venire. Ma, sia gentile, ripassi tra mezz'ora. Penserà che sono una donna impossibile. Ma le spiegherò'.
D'accordo. Scendo, e vado a sedermi in un bistrot. Chissà, mi chiedo se dopotutto riuscirò a vedere Alba de Céspedes, a parlare di questo suo 'Quaderno proibito' che, scritto nel '52, la RaiTv dopo circa trent'anni sta per mandare in onda (protagonista Lea Massari): un implicito - ma non poi tanto implicito - riconoscimento a una voce 'diversa' che parlava in quegli anni opachi e, per le donne, segnati dal culto della mamma e della Madonna. 'Bella tu sei qual sole /bianca più della luna' era il nuovo inno mariano dei Baschi verdi di Gedda, mentre a Sanremo Nilla Pizzi cantava 'Son tutte belle le mamme del mondo'.
Appoggio il 'Quaderno proibito' sul tavolino del bistrot, e lo sfoglio; riguardo le molte sottolineature. La mamma che è al centro di questo romanzo familiare, dai toni serrati come quelli di un thriller, non è affatto l'immagine della Madonna. Almeno non lo è una metà di lei, che lotta con l'altra metà: e non si sa come andrà a finire. Lo strumento della lotta è questo quaderno dalla copertina nera, come erano i quaderni di scuola trent'anni fa. Esso è proibito perché 'è il diavolo', dice verso la fine la protagonista, che viene segretamente segnandovi gli avvenimenti della propria famiglia: a mano a mano che li annota, invece di disegnare una solida costruzione, disegna una casa che si sta disgregando.
Cade a pezzi la famiglia, cade a pezzi l'olografia: e non solo nelle pagine del quaderno ma, in terribile simmetria, nella realtà. E tutto per il semplice fatto di aver preso nota - con grande senso di colpa - degli avvenimenti quotidiani. Il quaderno ha il valore dirompente che trent'anni più tardi ha avuto, per le donne mosse dal femminismo, l'autocoscienza: il semplice 'parlare di sé'. Una volta dette, le cose non sono più invisibili: la congiura del silenzio è rotta, e con essa tutte le congiure della convenzione fra cui troneggia la famiglia.
Cosa dirà, mi chiedo, di questo suo libro, oggi, la precorritrice Alba de Céspedes? E riuscirò mai a saperlo? Per arrivare a questo appuntamento ci sono volute una lettera e molte telefonate. Un primo appuntamento è stato disdetto per un viaggio della scrittrice a Londra (e la ragione è sempre 'Quaderno proibito': la Fox ne fa un film la cui protagonista è Anne Bancroft, e Andréas Voutzinas il regista). Poi ha avuto l'influenza. Poi le si è rotto il telefono. Poi...
'Venga, venga', dice aprendomi la 'porta proibita' con molta cordialità. Entro in una specie di acquario blu, immerso in una tenue, confortevole, luce elettrica, benché fuori sia pieno giorno. 'Sì', dice subito 'io sono un animale notturno. Scrivo tutta la notte, vado a dormire la mattina'. L'acquario è stracolmo di libri - traduzioni delle opere di Alba de Céspedes in trenta lingue - e di carte. Sul tavolo blu, sopra una macchina da scrivere portatile, c'è la traduzione francese, appena uscita da Seuil, di 'Prima e dopo', storia di una donna che 'sceglie l'emancipazione'. Vorrei parlare subito di queste storie di donne che costituiscono il suo femminismo ante litteram, ma non è possibile. Prima dobbiamo parlare 'di quel che è successo'; e poiché quel che è successo ha a che fare con Cuba, in cui la famiglia di suo padre si era trasferita dal 1513. Parliamo dunque di Cuba a lungo.
'È morto Alejo Carpentier, il poeta cubano. Era un fratello per me. Poi è morto anche un mio fratellastro... aveva più di ottant'anni... mio padre lo ebbe con una contadina quando nel 1895, andò a combattere nella Sierra ... aveva 24 anni... dirigeva un battaglione... era tornato a Cuba da Parigi, dove aveva studiato... riconobbe il figlio illegittimo, una cosa che i signori non facevano mai... ma la mia era una famiglia liberale, 27 persone erano state fucilate, non per caso erano in esilio... mio nonno iniziò la rivoluzione a Cuba... liberò gli schiavi ... 'noi siamo liberali, voi siete liberi', disse. Li chiamava 'fratelli miei'. Poi, nel 1908 Cuba aprì una legazione a Roma e mandò mio padre... mio padre si innamorò talmente di mia madre, che lei divorziò per lui... fu la prima in Italia, credo, o una delle prime... lui le disse 'tu sei l'alba della mia vita' e per questo io mi chiamo Alba: in casa mia non si parlava che di politica... la politica è tutto per me... oltre allo scrivere... io voglio scrivere e far politica... a Cuba, però, perché la politica italiana non mi piace'.
'Fa parte del Partito comunista cubano?'
Naturalmente. Gliel'ho spiegato a Berlinguer, lui ha capito...'".
(continua 1/3)
L. Lilli, 'Alba de Céspedes, Alba dei miracoli', sta in Passioni & parole, Mi 2001
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